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30 Aprile 2020

| by M.

Cronache della Quarantena #12

_MG_4638
– Ehy Carlo, ma ti ricordi com’era?
– Com’era cosa, Giulio?
– Prima della quarantena
– In che senso?
– Boh, il potere uscire
– Uscire?
– Eh, andare in giro all’aria aperta
– Ma veramente…
– Andare al lavoro tutti i giorni…
– In realtà, se…
– Vedere i colleghi
– Giulio!
– Eh
– Hai idea di che lavoro faccio?
– Mmmm… no.
– Ah, ecco.
– Fai cose col computer, no?
– Un po’ vago
– Boh sì sai aggiustare i pippoli
– I pippoli?
– Sì, quando la rete non funziona
– Sono un freelance
– Un freelance?
– Un freelance
– Ah, quindi ho ragione!
– Non proprio
– Come no?
– No
– Lavori col computer, giusto?
– Sì
– E allora sai aggiustare i pippoli
– Bene, come vuoi. Hai ragione tu
– Ottimo, a tal proposito, ho bisogno di te
– Veramente dovrei lavorare
– Sì, va beh dai, ora mi vuoi dire pure che stai lavorando
– Eh, sto cercando di dirtelo dall’inizio
– Sì ma questa è una faccenda importante
– Immagino
– Mi devi dare una mano con PornHub
– Giulio, ti ricordi cosa ti avevo detto?
– Che masturbarsi fa diventare ciechi?
– No, quello deve avertelo detto un prete
– Ah, che poi non l’ho mai capita
– Cosa?
– Questa cosa della cecità
– In che senso?
– Nel senso, masturbarsi rende ciechi e fare sesso invece va bene?
– In realtà non va bene nemmeno fare sesso
– Ah, e i bambini come nascono?
– Va bene solo per quello, ecco.
– Ma uno non può saperlo prima
– Sì invece, conta l’intenzione.
– L’intenzione?
– L’intenzione.
– Ah
– Se fai sesso perché vuoi procreare va bene, altrimenti è peccato
– Ma non ha senso
– Già
– Come l’autocertificazione?
– Cioè?
– Che puoi uscire solo se sai già dove stai andando ma non per il piacere di farlo
– In effetti, vista così sembrerebbero simili
– Quindi non ha senso nemmeno l’autocertificazione
– È diverso
– Diverso?
– Oh cazzo
– Cosa?
– Sto iniziando a parlare come te
– Effetti della quarantena!
– Ad ogni modo diciamo che il precetto della chiesa poteva avere senso un millennio di anni fa quando le possibilità di sopravvivenza erano decisamente inferiori ad oggi, c’erano molti meno metodi contraccettivi e le malattie veneree si diffondevano più rapidamente, ma a oggi risulta superfluo e insensato, al pari di una formula magica o di una credenza popolare. Sarebbe come protrarre la quarantena anche finito lo stato di necessità che questa pandemia sta causando.
– Wow Carlo!
– Cosa?
– Ho smesso di ascoltarti a “precetto”
– Avrei dovuto immaginarlo
– Sì, avresti dovuto
– Bene, posso tornare al mio?
– No, devi ancora darmi una mano con PornHub, ricordi?
– Giulio, sai che quando usi mano e pornhub nella stessa frase preferisco non entrarci.
– Carlo, da quanto ci conosciamo?
– Da una vita
– E ancora ti fai problemi?
– Preferirei evitare
– Come vuoi, comunque non è come pensi
– No?
– No, è diverso
– Diverso?
– Diverso. Cazzo, hai ragione… parlo così!
– Che poi, ancora con questo PornHub?
– In che senso?
– Dal lunedì si potranno andare a trovare i congiunti
– I chi?
– I congiunti?
– E noi li conosciamo?
– Sono i parenti, Giulio
– Ah
– Non vuoi che andiamo trovare tua madre?
– Tu vuoi andare a trovare mia madre?
– Più o meno
– Più o meno?
– Non è questo il punto
– Ah no?
– No, il punto è che si possono andare a trovare anche gli affetti stabili
– Ah, ora è tutto più chiaro
– I compagni
– Ah, la solita legge comunista!
– I compagni inteso come compagni di vita
– Compagni dai campi e dalle officine, prendete la falce portate il martello!
– Giulio…
– Scendete giù un piazza, picchiate con quello! Scendete giù in piazza e affossate il sistema!
– Niente, ci rinuncio
– Ah, sapevo che la sinistra avrebbe fatto sentire la propria voce per rivendicare la nostra libertà!
– Non è proprio così
– Ah no?
– No, è al governo
– La sinistra!?
– La sinistra. Coi 5 stelle.
– Coi 5 stelle!?
– Coi 5 stelle.
– Allora non è vera sinistra.
– Eh, è quello che c’è
– E chi è che sta manifestando?
– La destra
– La destra manifesta in favore della libertà?
– Eh
– Oh cazzo.
– Già.
– A sto punto potrebbero avere anche ragione i preti
– Per cosa?
– Per quella cosa che si diventa ciechi
– Potrebbero, in effetti.
– Sono confuso.
– Comunque i congiunti sono gli affetti stabili.
– Ma stabile non vuol dire nulla
– Stabili nel senso di continuativi
– Ma fino a che una non ci sta non posso sapere se sia stabile o meno?
– Non intendono quello
– E dopo che me l’ha data è stabile fino a che continuiamo a fare sesso.
– Ecco Giulio, dicono di evitare il sesso
– Eh?
– Eh
– Allora tanto vale prendere il virus, no?
– Esagerato. Ma poi, non ti stai vedendo con quella del secondo piano?
– Hai ragione! Lei rientra nei congiunti!
– Ah, siete già passati alla fase due della relazione?
– In che senso?
– È diventata un affetto stabile
– Più che altro è un affetto nello stabile…
– Sei irrecuperabile
– A tal proposito, il tuo aiuto, mi serve.
– Sentiamo
– È una questione di vita o di morte
– Hai preso il virus?
– Peggio
– Peggio
– Devi hackerare il sito dell’OMS.
– Intendi l’Organizzazione Mondiale della Sanità?
– Esatto
– Ma sei pazzo?
– No, sono serio
– No, non lo sei
– Devi modificare i dati sull’epidemia
– A parte che non sono un hacker
– Ma come no? Lavori col computer…
– Non è la stessa cosa!
– Lo è!
– E poi… vorresti che falsassi i dati del contagio così da far sembrare passata la pandemia solo per poter uscire tranquillamente?
– No, sarebbe da irresponsabili
– Ah, meno male
– Voglio che li gonfi.
– Gonfi?
– Sì, così da far sembrare che i contagi siano ripartiti
– E perché mai vorresti che facessi una cosa simile?
– Per PornHub
– Per PornHub, certo
– Certo
– E in che modo sarebbero collegate le due cose?
– Hanno disattivato la premium gratuita.
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24 Aprile 2020

| by M.

Cronache della Quarantena #11

_MG_6169
– Ehi Carlo!
– Giulio,
– Volevo dirti…
– Non è che potresti aspettare che finisca?
– Sì sì, ho capito, sei in call, ma ci metto un attimo
– Più che altro..
– Senti, credo che questa sia una grossa limitazione alla libertà personale!
– Sì, lo credo anche io, per cui se puoi uscire…
– No, non hai capito
– No, ho capito, però…
– Non ci possono dire di stare chiusi in casa così, senza motivo
– Il motivo c’è, la pandemia
– Sì va beh, tu l’hai vista?
– Chi?
– La pandemia
– No, che c’entra?
– C’entra! Fino a che non me la fanno vedere non ci credo
– Giulio, ne abbiamo già parlato, non è che una cosa se non ha un gruppo Facebook allora non esiste
– Carlo… la pandemia ha un gruppo Facebook, anzi, più di uno. Ma non è questo il punto!
– Ah no?
– No
– Ah
– Voglio vederla, se no non esiste
– Non esiste
– No, come il debito pubblico o la felicità
– Capisco
– Come puoi capire e startene seduto lì?
– Eh, come ti stavo dicendo prima, se mi fai finire…
– No, Carlo! Sveglia! Il 25 aprile!
– Cosa c’entra il 25 aprile?
– C’entra che ora non ci fanno nemmeno scendere in piazza
– Eh, per via della pandemia
– La pandemia non esiste! Stanno cercando di portarci via la nostra libertà di cittadini
– Giulio, da quando ti interessi di politica?
– Da sempre!
– Da sempre?
– Da sempre, più o meno.
– Sai cosa si festeggia il 25 aprile?
– Certo
– Cosa?
– Il battesimo di Sant’Agostino da parte di Sant’Ambrogio!
– Giulio
– Sì?
– L’hai cercato su wikipedia?
– Prima su PornHub
– Ah
– Ma c’erano risultati strani… gente coi baffi e divise da militari.
– I fascisti!
– Ah, i fascisti! Ecco perchè! Si fa la festa ai fascisti?!
– In un certo senso…
– Beh, quelli nel video mi sembravano contenti…
– Si festeggia l’anniversario della Liberazione d’Italia
– Ah
– Eh
– Era così stitica?
– Chi?
– Tua nonna
– Mia nonna!? Cosa c’entra mia nonna!?
– Non si chiamava Italia?
– Non sto parlando di mia nonna ma della nazione dove viviamo!
– Ahhhhh, dillo subito.
– E da cosa è stata liberata?
– Dai fascisti e dai nazisti
– Oh vedi, fascisti e nazisti erano reali
– Eh, pure troppo
– E la gente è scesa in piazza
– I partigiani hanno combattuto per anni
– Ah, solo a Parma?
– A Parma?
– Tu l’hai detto, i parmigiani!
– I partigiani! Comunque, ci devi mettere ancora molto?
– No no, tranquillo
– Così almeno finisco
– Eh va beh, cosa te lo impedisce
– Tu
– Io?
– Certo, se ti avessi voluto coinvolgere ti avrei chiamato, non pensi?
– Quanto la fai lunga
– Io?
– Tu
– Giulio, sono 15 minuti che ti stai lavando le mani
– Eh, per il virus
– Ma non avevi detto che non era reale?
– Cosa c’entra? L’ha detto la D’Urso che si fa così
– E da quando segui i consigli della D’Urso?
– Da quando Trump ha consigliato di iniettarsi la candeggina per disinfettare il virus da dentro
– E?
– E niente, di colpo la D’Urso mi è sembrata un premio Nobel
– Ah
– E poi che fastidio ti do?
– Boh, vedi tu…
– Non mi sembra molto coinvolgente la tua call
– Non sono in call
– Ah no?
– No
– Ah, bene, allora puoi…
– Giulio…
– Eh?
– STO CAGANDO!
– Ah, allora niente, dico a mia sorella che non puoi
– Tua sorella?
– Si, sono in call con lei, ti saluta.
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15 Aprile 2020

| by M.

Cronache della Quarantena #10

_MG_2443

– Ciao Giulio!
– Carlo!
– Dove sei stato?
– In giro
– In giro?
– Eh, in giro!
– Ma non si può, poi figurati a pasquetta!
– Ma io potevo
– Ah, dici?
– Fidati
– Comunque non sono riuscito a fare la spesa
– Non ti preoccupare
– Eh ma non abbiamo quasi più da mangiare
– Non ti preoccupare, ti ho detto. Come mai non sei riuscito?
– Eh, ho provato ad andarci sabato mattina
– Ah
– Mi sono svegliato presto
– Presto?
– Sì, tipo sei e mezza
– Pazzo!
– Ho fatto una doccia, sono uscito…
– E?
– E niente, alle sette e venti ero davanti all’esselunga.
– Ah, bene.
– No, non bene.
– No?
– No, non hai idea della fila che c’era!
– Beh…
– Cioè, girava tutto intorno al supermercato
– Va beh, potevi metterti in coda
– No, forse non hai capito. La coda…
– Io mi ci sarei messo
– Sì ma arrivava fino a dopo il semaforo, tutto l’isolato…
– Facevi amicizia
– Amicizia?
– Sì, con qualcuno in coda
– Erano per lo più anziani
– E quindi?
– Niente, non mi sembrava il caso
– Tu pensi troppo
– No, Giulio… non hai capito
– Cosa?
– Erano le sette e venti del mattino
– Eh
– Le S E T T E E V E N T I!
– Ho capito
– Che cazzo ci faceva tutta quella gente in coda all’esselunga!?
– La spesa
– Sì ma, tutti di sabato?
– Eh, tu perché eri lì?
– Che c’entra?
– Per fare la spesa, no?
– Sì, per fare la spesa… ma sono tornato a casa
– Si vede che non era così urgente.
– Giulio, non abbiamo quasi più nulla in casa
– Oh, come sei tragico
– No, ti stai mangiando tutto.
– Tutto… qualcosa
– Ieri sera ti sei spalmato la nutella sui pomodori al forno
– Erano da finire
– Cosa?
– I pomodori al forno
– Sì, ma la nutella?
– Boh, ci stava bene
– Giulio, avevi fumato?
– Ovvio
– Ah ecco
– Cosa?
– Niente
– Comunque te l’ho detto, non ti devi preoccupare
– Pensi di farla online?
– No
– Giulio, non ti capisco quando fai così. Piuttosto, dove hai detto che sei stato?
– In giro
– In giro
– Eh, in giro, sì, non devi ripetere tutte le volte quello che dico, si capisce lo stesso.
– Sì ma… da venerdì?
– Perché scusa, che giorno è oggi?
– Mercoledì
– Ah
– Ah?
– Sì, cioè, fammi pensare. Venerdì…
– Venerdì di pasqua.
– Ah, pasqua! Allora sì, sono sceso dalla vicina del secondo piano, ora ricordo.
– E sei stato lì fino ad oggi?
– No, solo il tempo di darle…
– Giulio!
– L’uovo di pasqua!
– Ah, meno male
– Ho deciso che in questo periodo lo chiamo così…
– Giulio!
– Comunque, dopo sono uscito
– Ah
– Avevo bisogno di prendere aria
– Ma non puoi, fanno i controlli!
– Lo so, infatti c’era una pattuglia qua sotto
– Ma che ore erano?
– Boh, saranno state le tre del mattino
– Ah
– Eh, quindi ho fatto finto di dover andare a fare la spesa
– Alle tre del mattino?
– Oh, è stata la prima scusa che mi è venuta in mente
– E ci hanno creduto?
– Sì, cioè no.
– E quindi?
– Quindi gli ho detto di seguirmi!
– E loro?
– Non c’avevano un cazzo da fare…
– Quindi ti hanno seguito
– Eh sì, sono andato fino all’esselunga
– Alle tre del mattino?
– Eh, te l’ho detto… tre e dieci al massimo, toh.
– E quanto sei arrivato all’esselunga ti avranno fatto storie
– No
– Come no?
– No, non mi hanno detto nulla. Anzi, si sono scusati.
– Scusati?
– Certo, per la malafede.
– Ma tu non stavi andando a fare la spesa
– No
– E come hai fatto a convincerli?
– Semplice, mi sono messo in coda.
– In coda all’esselunga?
– Sì, dove se no?
– Alle tre del mattino?!
– Sì, alle tre del mattino di Sabato.
– Ah
– Eh, fortuna che era pieno di anziani…
– Che fortuna sì…
– E poi?
– Poi cosa?
– Poi che hai fatto?
– Ah, niente di che
– Niente di che per cinque giorni?
– Ho fatto la spesa
– Ah
– Eh, te l’ho detto che non dovevi preoccuparti
– Sì, ma dopo la spesa?
– Sono tornato a casa
– Ma non ti ho visto
– Come no?
– No, quando sei rientrato?
– Quando mi hai detto “ciao Giulio”
– Oggi?
– Oggi!
– E la spesa?
– Quale spesa?
– Non hai detto di averla fatta?
– Sì, ma non per noi
– Cioè, ti sei fatto cinque giorni di coda per fare la spesa per qualcun altro?
– Sì
– Ah, è un bel gesto
– Grazie
– E per chi? Uno degli anziani che era in coda davanti a te?
– No, scherzi?
– Ah…
– Per una tipa
– Per una tipa che non conosci?
– Più o meno
– Più o meno?
– Sì
– In che senso?
– Non è proprio che non la conosca
– Ah, e chi è?
– Una…
– Che hai conosciuto in coda?
– No
– Per la ragazza del secondo piano?
– Ma và, ti pare… lei ha già scartato l’uo…
– Sì Giulio, quello mi era chiaro…
– Eh
– Quindi?
– Quindi niente, una tipa.
– Sì, ma perché?
– Ha promesso di mostrarmi le tette se le avessi fatto la spesa
– Ah
– Eh, capisci?
– E te le ha mostrate?
– Non so, ora controllo
– Controlli?
– Sì
– Dove?
– Sulla chat di pornhub.

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10 Aprile 2020

| by M.

Cronache della Quarantena #9

_MG_4477

– Ciao, sono lo Stato
– Ciao Stato
– …è un po’ che non mi faccio sentire
– Eh sì, dalle ultime tasse
– Sono stato impegnato
– A spendere i nostri soldi?
– Sì, cioè no.
– No?
– Sì, ma per voi
– Ah ecco
– Comunque, abbiamo un’emergenza
– Un’emergenza?
– Eh sì, un’emergenza sanitaria
– Ah
– Devo chiedere la vostra collaborazione
– La solita influenza?
– Sì, cioè no.
– Sì o no?
– Il virus è quello dell’influenza, ma è un po’ mutato ecco.
– Ah
– Cose che capitano…
– Nei peggiori bar di caracas!
– Sì, o nei market di Wuhan… vai a saperlo. Comunque, non c’è da preoccuparsi…
– Ma non era un’emergenza?
– Sì, infatti, non c’è da preoccuparsi ma…
– Ah ecco
– Sarebbe meglio se non usciste più di casa
– Ah
– Per il vostro bene, eh
– Nel senso che così non ci ammaliamo?
– No, vi ammalate uguale, ma rallentate la curva dei contagi…
– Ah, quindi?
– Quindi la sanità pubblica regge il colpo
– E quella privata?
– Cosa?
– Cosa fa?
– Non lo so, mica possiamo obbligare la sanità privata, è privata.
– Ma non ha ricevuto dei finanziamenti pubblici?
– E quindi?
– Beh, se ha ricevuto dei soldi, magari può rendere qualcosa in cambio
– Non proprio, non funziona così!
– No?
– No, è diverso.
– Diverso?
– Diverso.
– Ah. E noi?
– Cosa?
– Se non usciamo più di casa come facciamo a lavorare?
– Non lavorate
– Ah
– Per il vostro bene, s’intende.
– Ma anche le strutture private devono stare chiuse?
– Certo, per il vostro bene.
– Su quelle potete decidere?
– Beh, è una questione di contenere l’emergenza, non c’è scelta
– Ah
– Eh, ovvio, no?
– Diverso, giusto?
– Esatto, è diverso.
– E come facciamo a vivere se non lavoriamo?
– Coi soldi che avete da parte!
– Quali soldi che abbiamo da parte?
– Non avete soldi da parte?
– No
– Ah, dovevate pensarci prima però…
– E quindi?
– Facciamo così, ve li do io.
– Ah sì?
– Sì, dei soldi per tutti.
– Per tutti?!
– Certo, tutti!
– Bene!
– Sì, ma non tutti tutti eh.
– Ah
– Solo quelli che non hanno soldi, non hanno reddito, non hanno case e lo possono dimostrare con una dichiarazione dei redditi.
– Ah
– Eh, non ci sono le coperture se no…
– Chiaro, ma tu Stato non hai soldi messi da parte?
– No, in effetti no. Ma non mi aspettavo che capitasse una pandemia…
– Giusto
– Eh, comunque vi arriveranno 600 euro, tranquilli.
– Oh, bene, non sarà tanto ma aiutano! Quando?
– Subito!
– Subito?
– Sì sì, subito. Il primo di aprile apriamo le richieste
– Scherzi?
– No, sono serio, sul sito dell’inps!
– Scherzi?
– No, sono serio, e li diamo a tutti quelli che fanno richiesta!
– Scherzi?
– No, sono serio!
– A tutti?
– A tutti! Più o meno…
– E subito?
– Subito… più o meno
– In che senso più o meno
– Datemi un paio di settimane per processare le richieste
– Ah
– Poi faccio un decreto
– Così arrivano?
– No, cambio le carte in tavola e prendo più tempo.Stacco

– Ciao, sono Regione
– Ciao Regione, cosa vuoi ancora?
– Ciao Stato, senti, pensavo, fai fare a me.
– In che senso?
– A casa mia, comando io, non tu.
– Veramente il condominio è mio
– Sì, ma non capisci l’emergenza
– Ah
– Per cui, in Lombardia, si esce solo con la mascherina!
– Bene, tutti fuori con la mascherina
– No, non tutti, solo uno per famiglia e solo per fare la spesa.
– Ah
– Eh, se no qui non ne usciamo
– Ma ci sono le mascherine?
– Certo, per tutti!
– Per tutti?
– Beh, più o meno…
– In che senso più o meno?
– Ne distribuiremo in tutte le farmacie
– Quante?
– Tante!
– Tante quante?
– Un centinaio a farmacia
– Ah
– E quando?
– Subito!
– Subito?
– Sì, oggi! Cioè, domani. Forse fine settimana.
– Ah. Ma l’obbligo non è solo fino a lunedì prossimo?
– Ahahaha
– Ah. E per chi non ha la mascherina?
– Sta a casa
– Ma non può, come fa?! E la spesa?
– Giusto
– Dobbiamo inviare a tutti una mascherina
– Impossibile
– Come impossibile?
– Non ci sono per tutti.
– Ma prima hai detto…
– Non importa quello che ho detto prima, ora è ora.
– Ah
– Facciamo così
– Chi non ha la mascherina può uscire se non starnutisce e se non respira in pubblico
– Non credo funzioni
– Dici?
– Dico
– Allora, si deve uscire con una sciarpa in faccia
– Una sciarpa in faccia?
– Sì, al posto della mascherina.
– Ma fa caldo fuori!
– Meglio, così la gente non esce
– Ma serve a qualcosa?
– No, solo a vendere più mascherine.
– Ma non erano gratis?
– Sì, quelle sì, ma le altre no.
– Quali altre?
– Quelle in vendita, no?
– Ah
– Eh, Stato, a volte penso tu sia stupido.

Stacco

– Giulio, cosa stai combinando?
– Niente Carlo, mi preparo!
– Ti prepari?
– Si, sto andando da quella del secondo piano
– Ah
– Eh sì, mi ha risposto su Tinder!
– Ma non stavi usando le mie foto?
– Sì, infatti per prima cosa le dirò: SORPRESA!
– Ah
– Fidati
– E il domopak a che serve?
– Hai presente la storia della sciarpa al posto delle mascherine?
– Eh
– Ho finito i preservativi.

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2 Aprile 2020

| by M.

Cronache della Quarantena #8

_MG_4246
– Allora ci sei riuscito?
– No, Carlo, cazzo no.
– Ma da quanto stai provando?
– Eh, sono ore…
– E niente?
– No, il sito non carica…
– Cazzo!
– Eh sì, cazzo.
– Va beh magari puoi aspettare
– No, non posso aspettare
– No?
– No
– Ah
– Devo farlo adesso
– Subito?
– Sì, subito!
– Capisco… ci sarà il picco di connessioni
– Eh sì, tutti adesso
– Beh, ci sta, è il primo di aprile
– Che cazzo c’entra?
– Non c’entra?
– No, non c’entra, è questa quarantena
– Eh, ma che ci puoi fare!?
– Senti, è dall’inizio che aspetto questo giorno
– Addirittura?
– Potrebbe essere l’unica cosa buona di questo virus
– Beh dai non esagerare
– Sono serio! Quando ricapita un’occasione del genere?
– In effetti è abbastanza straordinaria come cosa
– Vedi che sei d’accordo con me
– Sì, ok, ma non perderci il sonno
– Ma come no? Io sto qui fino a che non ci riesco!
– E se fanno tutti come te nessuno ci riesce
– Zitto, piuttosto aiutami
– E come?
– Provaci anche tu
– Ma abbiamo un solo computer
– Apri una seconda scheda
– …
– Nello stesso browser
– Sei serio?
– Minchia Carlo, sempre a criticare.
– Giulio, non può funzionare.
– Dici?
– Dico
– Nemmeno con un browser diverso
– Ci sarà la banda del sito satura
– Ah, e non potevano pensarci prima?
– Prima?
– Eh, dargli a disposizione più banda
– Non funziona così… basta aspettare
– Sì ma non possono aspettare gli altri?
– Gli altri?
– Sì, gli altri. Mi registro io e poi lo fanno gli altri
– Buona idea
– Grazie
– Come li avvisiamo?
– Chi?
– Gli altri!
– Spiritoso
– Quindi? Hai intenzione di stare lì fino a che non ci riesci?
– Certo
– Ottimo, io volevo vedere l’ultima puntata di Freud su Netflix
– Scordatelo, mi consumi la banda
– Giulio, fai il serio
– Carlo, alla fine lui muore.
– Ma non è vero
– Sì è vero, perché voleva farsi la madre
– La madre?
– Sì, per quella storia che non lo faceva uscire
– Giulio, non ti seguo
– Sì dai, per stare coi suoi amici del gruppo…
– Il complesso di Edipo?
– Ecco come si chiamavano!
– Sono quelli di God save the Queen, no?
– No, quelli sono i Sex Pistols
– Beh, sempre col sesso c’entra
– Che c’entra?
– Che Freud era un cocainomane arrapato.
– E quindi?
– Quindi niente, non riesce a caricare la pagina.
– Comunque hanno detto che non c’è un clickday per le richieste
– Un clickday?
– Sì, nel senso che valgono tutte le registrazioni
– Ah
– Eh, per cui puoi anche aspettare
– Ma io voglio farlo adesso
– Sì ma puoi farlo anche domani
– Domani?
– Sì, i 600 euro te li danno lo stesso.
– 600 euro?
– Eh, quelli del rimborso dell’Inps!
– Cosa c’entra l’inps?
– Scusa, non stai cercando di fare la richiesta all’inps?
– Quale richiesta?
– Quella dell’indennità per il Covid-19
– No
– Ah.
– Eh
– E, scusa… cosa stai cercando di fare?
– Registrarmi per la premium di pornhub.
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31 Marzo 2020

| by M.

Cronache della Quarantena #7

_MG_5012
– Carlo
– Dimmi Giulio
– Secondo me Fra’ Pope ha fatto la cazzata
– Chi?
– Papa Francesco
– Ah
– Eh, con sta cosa dell’assoluzione
– Urbi et orbi
– Cosa c’entrano i ciechi?
– I ciechi?
– Tu l’hai detto, gli orbi.
– No, è latino
– Ciecus?
– …significa alla città e a tutto il mondo.
– Quale città?
– Roma
– Ah, abbiamo le preferenze qui
– Che c’entra! Si dice così…
– Ad ogni modo, ti ricordi cosa ha detto qualche giorno fa?
– Il Papa?
– Eh
– No, non mi ricordo
– Ha pregato Dio per fermare l’epidemia
– Beh, è il Papa, cosa poteva fare?
– Sì, ma seguimi un attimo
– Sentiamo
– Dio ha creato il cielo e la terra, giusto?
– Sì, a quanto dicono loro sì
– E tutti gli animali
– Esatto
– E Salvini
– Sì, sembra strano, ma sì.
– Quindi ha creato anche il coronavirus
– Tecnicamente… sì.
– Quindi, il Papa, chiedendo a Dio di fermare l’epidemia gli sta poco poco dicendo che non è d’accordo col suo operato.
– Beh, penso che il Papa intendesse…
– Non importa quello che intendeva… è peccato!
– Peccato?
– Sì, e pure di quelli gravi
– Dici?
– Superbia
– Ah
– Sta volta l’ha proprio fatta fuori
– Fatta fuori?
– Sì, dal vaso
– Mah..
– No, serio. Voglio dire, se sei il Papa, Dio è quello che ti da il lavoro, no?
– mmm
– E se il tuo capo decide di mandare una bella epidemia sulla terra tu cosa fai?
– Gli chiedi di non farlo?
– No, abbassi la testa e stai zitto. Perché lui è il capo
– Ah
– Eh, per cui secondo me si è accorto
– Chi?
– Il Papa
– Il Papa?
– Sì, della cazzata che ha fatto
– Ah
– Cioè, è un vizio capitale, mica cazzi
– Dici?
– Sì. Per cui ha cercato un modo di rimediare
– Al suo peccato?
– Sì, con l’assoluzione
– Ah
– Pensaci. Fai una cazzata ma non lo puoi dire
– Perché no?
– Beh, riveste una carica importante. Sai che casino se venisse fuori?!
– Cosa?
– Beh che il Papa ha osato contraddire Dio peccando in superbia.
– Eh
– Voglio dire, ti ricordi l’ultimo che fine ha fatto?
– In che senso?
– Ehi sveglia, Carlo: Lucifero
– Lucifero cosa?
– Ha detto che paparino sbagliava ed è stato spedito all’inferno.
– Ah
– Ora, il Papa non ha nemmeno questo legame di sangue forte…
– Eh no, è Argentino.
– Figuriamoci gli altri!
– Cosa?
– Vizi!
– Cosa c’entra?
– Sai come sono gli Argentini…
– In che senso?
– Guarda Maradona… non si è mai messo in riga.
– Giulio…
– …che c’è? Ad ogni modo il Papa ha dovuto cercare una scappatoia
– Con l’assoluzione?
– Certo, pulendo la fedina di tutti, si è pulito anche la propria
– Dici?
– Ma ovvio… se è per tutti è per tutti, lui compreso.
– Ah
– Solo che…
– Solo che?
– Mi sa che ha fatto un’altra cazzata
– Ah sì?
– Eh
– In che senso?
– Eh, allora… se Dio – che tutto sa, tutto vede, tutto prevede – manda un’epidemia che quatta quatta ti stermina tutti i vecchi del mondo
– Sì beh, non solo eh
– Sì, anche i malati in effetti
– Va beh, Giulio, vieni al punto dai…
– Allora, se Dio lo fa, avrà le sue ragioni, no?
– E quali sarebbero?
– Per noi sono imperscrutabili, ma lui vuoi che non le abbia?
– Bah
– Pensi che faccia le cose a cazzo di cane?
– Potrebbe
– Ma come potrebbe?
– Tu dai per assunto che abbia la nostra stessa logica, ma non è detto
– Dici che è Donna?
– Che c’entra?!
– Per la logica…
– Voglio dire, non lo puoi sapere… prendi l’ornitorinco
– Cosa?
– Che senso ha?
– In effetti…
– Eh
– Ma l’ornitorinco sarà stato un tentativo
– Un tentativo?
– Ma sì, un esperimento… una sera era ubriaco e ha creato l’ornitorinco.
– Ubriaco?
– Eh, con tutto che ha creato il mondo, vuoi che non si sia creato anche un goccio da bere?
– E si è ubriacato?
– Eh sì, se non la conosci la Sambuca ti storta
– La Sambuca?
– Sì Dio è un tipo da Sambuca
– Se lo dici tu
– Ad ogni modo, mi hai distratto, ti stavo dicendo…
– Ah sì, l’altro casino
– Eh, con l’assoluzione generale
– Non ti seguo
– Allora, se Dio ha mandato un virus sterminatore sul pianeta, evidentemente qualcuno ha un peccato da espiare
– Non funziona proprio così
– Che ne sai tu, mica sei Dio!
– No, dico il virus.
– Il virus è figlio di Dio
– Sì ma la scienza…
– Non dire cazzate.. la scienza non c’entra, il punto è un altro.
– …
– Con l’assoluzione di tutti i peccati, nuovamente il Papa si è messo tra Dio e i suoi piani.
– Ah
– Eh, quindi ha peccato di nuovo di Superbia.
– Non se ne esce, eh
– No, ma io ho la soluzione
– Ah sì?
– Sì
– Quale?
– Il porno
– il porno?
– Sì
– Giulio, tu pensi sempre al porno
– Sì, ma ora è diverso
– Sentiamo
– Trasmettiamo il porno a reti unificate
– Tipo la messa…
– Ecco sì, messa in…
– GIULIO!
– …mondovisione, stavo per dire. Comunque, giù di pugnette
– E questo come dovrebbe risolvere la situazione?
– La chiesa dice di non disperdere il seme
– Eh, quindi?
– Noi pecchiamo, e annulliamo l’effetto dell’assoluzione.
– Non c’è che dire
– Grazie
– Tra le scuse per la masturbazione, questa è decisamente tra le più nobili.
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26 Marzo 2020

| by M.

Cronache della Quarantena #6

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– Ehy, Giulio
– Ehy…
– Mi è appena successa una cosa strana…
– Strana tipo?
– Ero fuori…
– MA CHE CAZZO SEI USCITO A FARE!?
– Giulio, ero a prendere il pane
– A prendere il pane?
– Sì, me l’hai chiesto tu, ricordi?
– Ah sì, scusa. L’abitudine..
– L’abitudine?
– Di urlare alla gente di stare a casa
– Ma se non urli mai…
– Sui social
– Ah, ecco
– Eh sì; meno faticoso.
– Giusto
– Quindi hai preso il pane?
– Sì, ma mentre stavo pagando, la cassiera…
– Aveva la mascherina?
– Sì, che c’entra!? Mi stai ascoltando?
– Sì, sì, il pane con la mascherina… quindi?
– Quindi la cassiera… mentre infilava il pane nel sacchetto mi ha fatto l’occhiolino.
– Ah… che pane?
– Scusa?
– Che tipo di pane hai comprato?
– Uno sfilatino
– Di grano duro?
– Sì, di grano duro.
– Bene!
– Bene?
– No, niente. Quindi? Gliel’hai dato?
– Cosa?
– Lo sfilatino.
– Giulio… ti pare il momento di pensare a certe cose?!
– Carlo, ti pare il momento di NON pensare a certe cose!?
-…comunque, non è finita qui
– Ah, altro pane?
– No, non altro pane… senti, potresti staccarti dal cellulare e guardarmi mentre ti parlo?
– Sì, sì, tranquillo… ci sono.
– Dicevo… anche qui sulle scale è successa una cosa strana
– Con la panettiera?
– No, non con la panettiera. Con la ragazza del secondo piano
– Ah, bene
– Cosa?
– No, dimmi… che è successo?
– Giulio, cazzo… staccati dal cellulare… cosa stai facendo di così importante?
– Tinder
– Tinder?
– Sì, tinder!
– Adesso?
– Adesso, perchè?
– Perché siamo in quarantena!
– E che c’entra… dicevi? Cosa è successo con quella del secondo?
– …stavo salendo a piedi
– Bravo, tenersi sempre in forma
– …lei ha aperto la porta e mi ha sorriso…
– E..?
– Poi è tornata in casa, lasciando la porta socchiusa…
– Ah di già…
– Come di già?
– No, niente… e tu?
– Io cosa?
– Sei entrato?
– No, se sono qui
– Ah… dovrò inventarmi qualcosa
– In che senso?
– No, il cellulare dico. Ma quindi il pane?
– Il pane?! Giulio, ma dove cazzo hai la testa oggi?!
– Scusa, è tinder.
– Ma si può sapere perché ti sei iscritto?
– è divertente…
– Divertente?
– Sì, puoi mettere sì o no alle ragazze
– E lo trovi divertente?
– Certo… sto mettendo sì a tutte!
– Ma come sì a tutte!?
– Eh, vedi: sì, sì, sì.
– …
– E poi scrivo che sono tutte fighe e che vorrei farmele.
– Ma c’è la quarantena, non puoi fartele.
– Appunto
– Appunto cosa?
– Non è divertente?
– Mica tanto… ma poi, dai…
– Cosa?
– Metti che c’è qualcuna che conosciamo?
– Meglio
– Come meglio?
– È ancora più divertente!
– Ma non hai pensato alle conseguenze?
– Tipo?
– Non so, tipo quando sarà finita la quarantena
– Cosa?
– Boh, magari qualcuna di quelle a cui hai scritto vorrà uscire…
– E questo è male?
– No, ma hai intenzione di uscirci?
– No, non mi interessa
– Non capisco
– Cosa?
– Perché lo fai…
– Te l’ho detto, è divertente. Per passare il tempo
– Ok, e se qualcuna ti incontrasse per strada?
– Ho già pensato anche a quello
– Ah
– Ho fatto in modo che non mi riconoscano
– Serio?
– Eh, te l’ho detto. Tranquillo.
– Ma non devi collegare l’account a Facebook?
– Sì
– Hai creato un profilo fake?
– Non proprio
– Non ti seguo… non ti ha chiesto di mettere delle foto sul profilo?
– Certo
– Ok, e quindi?
– Quindi cosa?
– Come fai a essere sicuro che non ti riconoscano!
– Ho usato delle foto non mie.
– Non tue?
– No, altre foto…
– In che senso?
– Cazzo, Carlo, non è difficile… altre foto!
– E di chi?
– Tue.
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25 Marzo 2020

| by M.

Cronache della Quarantena #5

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– Ehy Carlo, che bello! Hai sentito?
– No, cosa!? Sono calati i contagi?
– No, ma và… in cortile!
– In cortile?
– Sì, stavano litigando
– Ah
– Eh, non è bellissimo?
– Mah, insomma…
– Ma sì, non capisci… la normalità!
– La normalità?
– Sì, la gente che litiga in condominio!
– Ah, ma chi era?
– Non lo so, qualcuno…
– Qualcuno che è andato a correre?
– Ma no
– Ha portato il cane fuori una volta di troppo?
– Ma figurati
– Sono andati in due a fare la spesa?
– Ma niente di tutto questo…
– E per cosa litigavano allora?
– Per il parcheggio
– Per il parcheggio?
– Certo…
– Ma se non ci si può muovere di casa
– Qualcuno ha parcheggiato sul carraio
– E ha lasciato lì l’auto?
– No no, stava scaricando
– Ah
– Poi non ho capito bene, parlava anche di un camion
– Un camion?
– Sì forse un trasloco
– Ah, e quindi?
– Nulla, lì la macchina non può stare
– Ancora con quella storia?
– Eh sì blocca il passaggio
– Sì ma il passaggio di chi?
– Boh, metti che uno ha bisogno di uscire
– Adesso?
– Adesso
– Eh, la sposta no?
– Eh, ma metti che è un’emergenza
– La sposterà velocemente…
– E se fosse altrove?
– Sì, ma era lì no?
– Ah, già
– Che poi, se il problema è l’auto non è meglio spostarla invece che litigare?
– Dovrebbe, ma metti che lo fa di nuovo
– Cosa?
– Parcheggiare l’auto lì
– Eh che sarà mai?
– Non si fa
– No?
– No, lo dice il regolamento!
– Quale regolamento?
– Quello condominiale
– Ah
– Eh
– Che poi se no lo fanno tutti
– Sì, ok, questo ha senso…
– Eh, la legge.
– Ma litigare mi sembra eccessivo, no?
– No, invece è sacrosanto
– Sacrosanto?
– Un diritto, sancito dalla costituzione.
– Certo, dalla costituzione… lascia stare dai. Ma hai capito chi erano?
– No, non l’avevo mai visto…
– Chi?
– Quello dell’auto, dev’essere nuovo
– Ah quindi magari non sapeva nemmeno che…
– Non importa! Bisogna educarli da subito
– Giulio, ogni tanto mi spaventi
– Sei troppo buono, tu
– E l’altro?
– Quale altro?
– Per litigare bisogna essere almeno in due.
– Non sempre
– Non sempre, ma di solito…
– Va beh, comunque aveva ragione
– Chi?
– L’altro!
– Ah
– Eh sì, aveva bisogno del carraio
– Per scaricare?
– Più o meno
– Ma non era vietato?
– Sì ma è diverso
– Diverso?
– Sì
– Ah
– Questione di priorità
– Ma chi era quest’altro si può sapere?
– Uno
– Uno che conosci?
– Diciamo di sì
– Giulio, puoi essere più preciso?
– Uno che conosci anche tu.
– Un po’ più preciso di così?
– Ero io.
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24 Marzo 2020

| by M.

Cronache della Quarantena #4

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– Carlo, ho deciso: esco
– Cosa? Sei pazzo!
– No, non posso più aspettare
– Ma…
– Devo andare a fare la spesa
– Sì, ma Giulio..
– Ci sono delle priorità nella vita
– Cosa è finito?
– Niente.
– Come niente?
– Non ti preoccupare
– Magari ho io qualcosa, se ti serve…
– No, piuttosto fammi un favore
– Dimmi
– Se non dovessi tornare…
– Giulio, meno melodrammatico eh.
– Dì a mia madre che la amo
– Va bene, sarà fatto.
– Grazie
– Per tua sorella, niente?
– In che senso?
– Devo dirle qualcosa?
– Che c’entra mia sorella?
– No niente, lascia stare.
– Ah, poi un’altra cosa
– Dimmi
– Puoi stamparmi l’autocertificazione?
– Quale vuoi? La uno, la due o la tre?
– Il comitato cosa dice?
– Il comitato?
– L’aiuto da casa?
– Giulio…
– Il 50 e 50 almeno…
– Ti stampo la 2, in medio stat virtus.
– Scrivici “improrogabili motivi”
– Spesa alimentare non va bene?
– Mi sembrava più drammatico così…
– Senti, devi andare al supermercato, mica in guerra eh. La lidl è qui a due passi
– Ma io non vado alla lidl
– Come non vai alla lidl?
– No, non mi piace.
– Ah, pure schizzinoso ora.
– Senti, dammi sto modulo
– Sta’ attento

Stacco

– Pronto
– Carlo, ehm..
– Giulio?
– Eh
– Dove sei finito?
– Lunga storia, senti…
– Cazzo
– Hai presente il modulo?
– Eh
– Non andava bene
– Come non andava bene?
– No, pare non fosse aggiornato all’ultima versione
– Ah
– Eh
– E per questo ti hanno fatto storie?
– No, in realtà no. Cioè..
– Giulio, parla più forte che non ti sento
– Sono nascosto in uno sgabuzzino
– Come in uno sgabuzzino?!
– Eh
– Come ci sei finito lì dentro?
– Allora, sono uscito per andare al supermercato
– E fino a qui, c’ero anche io.
– Eh… non la lidl però, quella non mi piace
– L’abbiamo capito tutti
– Per cui ho girato per andare al centro commerciale
– Giulio, ma è fuori dal comune
– Si lo so, ma aspetta
– Sono arrivato al centro commerciale e c’era una fila talmente lunga che iniziava nel nostro comune
– Ah, allora va bene
– Mi sono messo in fila, solo che non avanzava molto velocemente
– Eh
– Quindi mi sono messo a tossire
– GIULIO!
– Ma per finta…
– Eh, immagino.
– Però una signora mi ha minacciato con un ombrello
– Ci credo
– Quindi ho preferito andare via
– Ah, e sei andato alla Lidl allora
– No
– Sono andato all’altro supermercato che c’è in fondo al vialone, hai presente?
– Quello vicino alla stazione di benzina?
– Sì quello
– Solo che una volta che sono arrivato lì ho scoperto che la fila era quella dove ero già in coda
– E quindi sei andato alla lidl..
– No
– Non capisco cosa tu abbia contro la lidl
– Sono tedeschi
– E quindi?
– E quindi falsano le etichette dei prodotti
– Ma in base a cosa?!
– Se lo fai per le auto, lo fai per tutto.
– Giulio… pensi di dirmi cosa è successo o stiamo qui fino alla fine della quarantena?!
– Ah, come se finisse
– GIULIO!
– Ok, ok, te la faccio breve
– Deo gratia.
– Sono arrivato fino alla piazza con la fontana, e poi ho preso la via con gli alberi.
– Ah, sei andato al Carrefour alla fine
– Sì
– Solo che c’era la fila per entrare, ed era lunga
– Non mi dire che..
– No, non ho fatto niente. Cioè…
– Giulio…
– Ho solo finto di accompagnare il primo vecchio che c’era in fila
– Ma non si può entrare in due nei supermercati!
– Infatti, sono entrato io e gli ho detto di aspettarmi fuori
– Ah ti sei proposto di fargli la spesa?
– Non proprio. Cioè, lui crede di sì
– Giulio, ma come ti vengono certe idee?
– Mi sembrava funzionale
– Non ho parole…
– Comunque sono entrato, ho comprato quello che dovevo comprare, e poi sono andato verso le casse.
– Eh, meno male.
– Solo che lui era ancora fuori ad aspettarmi
– Eh, magari aspettava la sua spesa
– Non lo so, so che ad un certo punto mi si è avvicinata una guardia
– Eh?
– Eh, gli ho dato il modulo… dicendo che era del vecchio.
– Ma perchè?!
– Non so, ero preso dal panico
– Va beh, ma avevi la spesa no
– Più o meno…
– Come più o meno?
– Una cosa alla volta… comunque, la guardia è uscita dal vecchio
– Oh cazzo
– Già… e io sono scappato nello sgabuzzino.
– Ah
– Eh
– Ma da quanto sei lì?
– Non ne ho idea, a che ora sono uscito?
– Boh, saranno state le due
– Ora sono le 18. Sarà qualche ora
– Qualche ora?!
– Meglio essere sicuri
– Giulio, esci da quel cazzo di sgabuzzino e torna a casa
– E se c’è il vecchio?
– Gli chiedi scusa
– Ma che davvero?
– Giulio, ora attacco.
– Carl…
– No, ti aspetto a casa.

Stacco

– Carlo!
– Giulio, ce l’hai fatta…
– Eh, è stata dura…
– E il vecchio?
– Non so, non c’era più quando sono uscito
– E la guardia?
– Anche, aveva staccato
– Ah bene
– Sì bene
– Ma la spesa?
– Ecco qua
– Sei serio?
– Perché?
– Sei uscito per comprare un pacchetto di preservativi e un cucchiaio di legno?
– Sì, ma in realtà i preservativi non mi servivano
– Ah
– Eh
– E perché li hai presi?
– Perché solo il cucchiaio sembrava sospetto!
– Sospetto?
– Per il vecchio…
– Ma poi, cosa te ne fai del cucchiaio che non cucini!
– Non mi serve per cucinare!
– Ah no?
– No
– E per cosa?
– Per fare il flashmob.

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23 Marzo 2020

| by M.

Cronache della Quarantena #3

_MG_2646
– Carlo, Carlo, Carlo, Carlo, Carl…
– Ehhhh…
– Carlo.
– Dimmi, Giulio.
– Pensavo…
– Quasi mi fai paura quando inizi così
– Noi cosa sappiamo di questo virus?
– Che dobbiamo stare a casa!
– Sì, ok. Ma poi?
– Poi, che si chiama come un birra
– E questo lo rende simpatico ai media.
– Eh sì, è tutta una questione di marketing.
– Bravo, mica come in America!
– Cosa c’entra?
– Eh, che danno agli uragani nomi femminili
– Ormai non più, sai le femministe…
– Ah volevano essere le uniche donne a poter portare via la casa a qualcuno?
– Non proprio, comunque…
– Secondo me non ci stanno dicendo le cose come stanno
– No, Giulio non iniziare coi complotti
– Complotti?
– Sì, inizi sempre così
– Così come?!
– “Secondo me non ci stanno dicendo le cose come stanno”
– Eh ma è vero!
– Certo che è vero che inizi sempre così
– No, è vero che non ci stanno dicendo tutto.
– E tu come fai a saperlo?
– Beh, ho visto un video su Facebook
– Un video su Facebook.
– Eh, se è su Facebook vuol dire che è vero
– Ah sì?
– Certo
– Su Facebook c’è scritto che sei fidanzato con Diletta Leotta.
– Eh
– Lei lo sa?
– Che c’entra? Questo è diverso.
– Ah
– Allora, sappiamo che è un Virus cinese, giusto?
– Più o meno
– In che senso più o meno?
– Nel senso, come fai a dire che è cinese?
– Beh viene dalla Cina
– Gli hai chiesto il passaporto?
– Carlo, sei odioso quando fai così
– No, dico solo che stabilire la nazionalità di un virus mi sembra un tantino esagerato
– Ad ogni modo, abbiamo questo virus che arriva dall’Asia, ok?
– Beh, veramente…
– CARLO!
– Ok, continua
– E adesso la Cina sta mandando aiuti all’Italia
– Eh, perché avendo sconfitto l’epidemia ci vuole aiutare
– No, fa parte del piano
– Del piano?
– Certo, del piano del controllo del porno.
– Un piano del controllo del porno.
– Ci stanno usando come area di test
– Cosa c’entra il porno con l’epidemia?
– Hai presente come sono i video porno in Cina?
– Boh, a mandorla?
– No, censurati.
– Ah
– Eh, ora: fai finta di essere uno stato che sta mettendo a punto un’arma virale invisibile. Cosa faresti?
– Non lo so, non ho un master in epidemiologia globale e pandemia.
– Cercheresti un’area dove testarla
– Boh, sì penso di sì
– E quale terreno migliore dell’Italia!
– E per quale motivo?
– Perché ha un sistema sanitario che può accusare il colpo, meglio di altri stati.
– Più o meno, eh. Quindi?
– Quindi, se funziona in Italia, pensa nel resto del mondo.
– Chiaro. Ma siamo in pandemia, il resto del mondo è già coinvolto.
– Sì, ci sto arrivando. Allora tu Cina mandi la tua intelligence in Italia e ti accordi per far scoppiare una piccola epidemia di contagi, in cambio offri aiuti economici sul medio periodo e interventi sanitari.
– Certo, ovviamente, e perché mai l’Italia avrebbe accettato?
– Perché è legata alla Cina
– Economicamente?
– No.
– Per via del porno?
– Non dire cazzate, emotivamente.
– Emotivamente!?
– Certo. Chi è il ministro degli esteri?
– Di Maio
– E cosa faceva prima di fare il politico
– Vendeva bibite allo stadio
– E dove teneva le bibite?
– E che cazzo ne so, avrà avuto uno di quei cosi che si attaccano al collo
– E dove sarà mai stato fatto?
– Dove?
– In Cina!
– E?
– Quindi è chiaro che Di Maio si senta vicino alla Cina e voglia fare di tutto per aiutarla.
– Chiaro, proprio.
– Eh
– Ma allora perché il contagio è iniziato in Cina?
– Era un diversivo, per far finta che fosse un incidente
– Ovvio, e la pandemia? E il Porno?
– Ci sto arrivando. Allora, una volta fatto l’accordo tra Cina e Italia e portato il virus qui da noi, ovviamente l’informazione è stata intercettata dall’intelligence internazionale
– Ovviamente
– E quindi l’America ha fatto di tutto per fare in modo che l’epidemia non fosse controllata ma che si espandesse a tutta l’Europa.
– Certo. E la Russia è stata a guardare?
– No, vedi che la Russia non ha contagiati?
– Certo, non fanno uscire le notizie
– No, non è così
– La Russia ha il vaccino e sta curando tutti quanti.
– Ah
– Eh, è per questo che Trump ha cercato di comprare il vaccino tedesco in via esclusiva.
– Praticamente una guerra fredda dei virus
– Esatto
– Senti, ma non mi è chiara una cosa
– Cosa?
– Perché la Cina avrebbe fatto tutto questo…
– Per il Marketing
– Ma non era per il porno?
– Anche, ma prima il marketing
– Porno e Marketing?
– Sì, è tutta una questione di Porno & Marketing
– Cioè vuoi dirmi che tutto questo servirebbe alla Cina solo a dimostrare alle altre super potenze che lei è più forte, che sa affrontare una epidemia e che ha anche risorse per aiutare gli altri stati più deboli?
– No
– Ah, ecco.
– Hai presente cosa dicono che faccia bene contro il virus?
– La vitamina C
– Esatto, e dove la trovi la vitamina C?
– Nei kiwi.
– Sì, e poi?
– Nelle fragole!
– Sì…ok… poi?
– Negli agrumi
– Ecco bravo, e che agrumi conosci?
– L’arancio
– Poi?
– Il limone!
– Carlo, a volte sei snervante… poi?
– Il pomelo!
– Cazzo, il mandarino Carlo, il mandarino!! Non puoi ricordarti del pomelo e non del mandarino!
– Sì ma che c’entra?
– Come che c’entra?! Te lo ripeto: il MANDARINO
– Eh… quindi?
– Che lingua si parla in Cina?
– Il cinese.
– Detto anche?
– Cinese… cinese?
– Cinese mandarino!
– Ah
– Eh, capisci?
– No.
– La vitamina C, il mandarino…
– Dobbiamo parlare al virus invece che curarlo?
– No. Carlo, dai, è palese… è tutta una mossa commerciale per rilanciare il brand Cina.
– Ah, ora è tutto più chiaro.
– E lo fanno per…
– Perché se la giocano tra grandi potenze?
– No
– Per rinforzare l’economia?
– No
– Perché si sono rotti il cazzo del riso e vogliono la nostra pasta?
– No, per il porno, te l’ho detto prima!
– Per il porno?!
– Certo, il porno!
– In che senso?
– Cosa è successo non appena l’epidemia è iniziata?
– Boh, che abbiamo iniziato a rimanere in casa
– Nel mondo del porno dico!
– Che ne so, hanno smesso di girare i film?
– Sì, ma pensa a pornhub!
– Ha messo la premium gratuita
– Esatto, per la zona rossa
– Eh, Lombardia e veneto.
– Sì ma subito dopo lo stato italiano, d’accordo con la Cina, cos’ha fatto?
– Non ti sto seguendo, Giulio
– Ha dichiarato tutta Italia zona rossa, e poi la pandemia si è espansa in tutta l’Europa.
– Eh
– Quindi immagina il danno economico per pornhub, quante entrate mancante.
– Continuo a non capire.
– Finita la pandemia avremo ormai visto tutti i video che ci sono sulla piattaforma.
– Saremo più felici allora
– No
– No?
– No, perché a quel punto la Cina metterà sul mercato un proprio portale di pornografia cinese.
– Ah
– E si comprerà le quote della società di PornHub, che è lussemburghese, quindi Europea, quindi colpita dalla pandemia, portandola al fallimento
– Al fallimento…
– E noi saremo costretti per tutta la vita a guardare solo film porno censurati, come fanno in Cina.
– Sarebbe terribile, ma perché la Cina dovrebbe farlo?
– Non ci arrivi?
– No…
– Invidia del pene.
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22 Marzo 2020

| by M.

Cronache della Quarantena #2

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– Giulio
– Ehy Bro!
– Ehy Bro!?
– Certo Zio!
– Ma come cazzo parli?
– Ora sono un Rapper!
– Un rapper?
– Un rapper!
– Da quando?
– Da oggi
– Ah. E posso chiederti come mai?
– Un investimento
– Un investimento?
– Certo. Sul futuro.
– Un investimento sul futuro.
– Metto da parte i soldi per la pensione
– E in che modo sarebbe un investimento?
– Per via della quarantena
– Della quarantena?
– Della quarantena.
– Ah.
– Seguimi
– Ho alternative?
– Noi siamo in quarantena, giusto?
– Giusto
– E ci staremo ancora per del tempo
– Eh, settimane sembra.
– Ma metti che duri di più
– Di più?
– Certo, non si può mai dire, no?
– Speriamo di no, in realtà…
– …e tu cosa fai durante la quarantena?
– Boh, guardo Netflix
– E quando finiscono le serie?
– Beh ce ne sono tante
– Hanno smesso di girarle, finiranno.
– Cristo
– Eh già. E poi?
– Boh, PornHub?
– Ok, e quando finirà anche il porno?
– Il porno non finirà mai!
– Capiterà
– Cazzo
– A quel punto cosa ti resta?
– Non so, mangiare?
– Esatto, mangiare.
– Eh
– E a furia di mangiare, quando sarà finita la quarantena, come sarai?
– Libero?
– Grasso! E non avrai più vestiti da mettere.
– Mi sembra un po’ esagerato…
– E non sarai il solo
– Ad essere grasso?
– Ad essere grasso e senza vestiti.
– Ah
– Non ti andrà più bene nulla.
– Va beh, un paio di kg di troppo cosa saranno mai
– No no, sono serio: nulla.
– Ok, ma questo cosa c’entra con il rap?
– Ci sto arrivando.
– Ah
– A quel punto non potrai andare a fare la spesa
– Per il grasso?
– No, per i vestiti
– Quali vestiti?
– Quelli che non potrai metterti.
– Ah. Va beh, la ordino.
– No!
– Perchè?
– Perchè anche i fattorini saranno ingrassati.
– E non avranno vestiti nemmeno loro?
– Bravo, vedo che cominci a capire.
– E quindi?
– Quindi finita la quarantena sarai di nuovo in quarantena.
– E senza vestiti
– Esatto, senza vestiti
– Potrebbe anche essere interessante
– Sì ma ricordati che non ci sarà più porno
– Ah.
– Eh
– Allora no.
– Esatto. Niente porno e niente spesa.
– …quindi torneremo magri, più lentamente che col porno, ma magri.
– No, cioè sì. Ma non subito
– Non subito?
– No, ci vorrà del tempo
– Ah
– A quel punto entro in gioco io
– Tu?
– Sì
– E come?
– Con il rap!
– Il Rap?
– Sì, il rap.
– E cosa c’entra il rap in tutto questo?
– I vestiti
– Giulio, non ti seguo, cazzo c’entrano i vestiti?
– Hai presente come si vestono i rapper?
– Eh, di merda
– Sì, ma no. Nel senso, hanno i vestiti larghi.
– E quindi?
– Quindi sarò l’unico a cui andranno ancora bene i vestiti.
– Ah
– Eh, vedi che è geniale.
– Sì, ma…
– Tranquillo, ti farò un prezzo di favore…
– Un prezzo di favore?
– Certo
– Per cosa?
– Per farti la spesa.
– Ah, perché sarai l’unico…
– Esatto
– Ma, senti…
– Dimmi
– Tu non hai vestiti da Rapper
– Va beh, che c’entra, me li compro!
– Sì ma, è tutto chiuso per la quarantena.
– Ah.
– Eh.
– Cazzo.
– PornHub?
– A che pagina siamo arrivati?
– La 23 credo.
– Andata.

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20 Marzo 2020

| by M.

Siete lo stesso coinvolti.

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Ho sempre amato De André per la sua capacità di concentrare in poche parole concetti in grado di superare il tempo e arrivare fino ai giorni nostri ancora densi di significato.In questi giorni continua a tornarmi in mente la Canzone del Maggio:
“Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”.

E penso a chi è corso a fare la spesa e ha svaligiato i supermercati riempiendosi casa con la qualunque, a chi ha intasato le consegne a domicilio di Esselunga, Carrefour, Amazon e via dicendo fino ad Aprile, a chi ha preso d’assalto le farmacie facendo scorta di mascherine, amuchina, alcol.

E penso a chi è positivo al tampone, a chi è a casa malato, a chi sta lavorando, a chi è anziano e no, non può accedere a quei servizi e a quei beni perché qualcuno ci si è buttato a pesce, prima.

La paura è brutta, ma saperla affrontare fa parte del vivere civile di cui ci piace farci vanto.

Se vi sentite tranquilli nelle vostre case, lontani dal contagio, bene.
Ma non sentitevi assolti, non puntate il dito verso chi è costretto ad uscire, che sia per fare la spesa o per lavorare; guardate la vostra paura, stipata nelle credenze insieme ai biscotti, e cominciate a farci amicizia.

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20 Marzo 2020

| by M.

Cronache della Quarantena #1

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– Carlo
– Eh
– Non ce la faccio più.
– Per la quarantena?
– Sì, cioè no.
– Sì o no?
– Non è proprio la quarantena…
– È più voglia di qualcosa di buono?
– Non sto scherzando
– Ok, quindi? Cos’è?
– Ho deciso, esco.
– Sul balcone? Non sono ancora le 18…
– Ci sono già stato sul balcone
– Eh?
– Eh. Una signora mi ha battuto le mani.
– Battuto le mani?
– Sì, deve avermi scambiato per qualcun altro
– Ma sei uscito vestito?
– Credo.
– Non è che era un flashmob?
– Boh, possibile. Cosa c’era in programma?
– Non ne ho idea
– …forse quello per ringraziare quelli che ricaricano le macchinette negli ospedali
– Ah
– Eh, gran lavoro
– Questa cosa ci sta un attimo sfuggendo di mano
– Non ti interessa delle macchinette degli ospedali?
– No, in generale dico. .
– Comunque sono serio, voglio uscire.
– E dove vorresti andare?
– A mangiare da mia madre, ad esempio.
– A mangiare da tua madre? Ma sei pazzo!!
– Sono stufo di just eat
– Ma non pensi che possa essere pericoloso? Per lei dico
– Hai ragione, è già in là con gli anni
– Beh, non è così vecchia dai
– No, cioè sì… ma è nelle categorie a rischio
– Dici?
– Sicuro!
– Ah.
– Eh già
– Meglio se non vai, no?
– Eh ma io ho fame.
– E se ti fermano?
– Ma devo solo attraversare la strada
– Sì ma se passano proprio in quel momento?
– Non mi fermano!
– Ma se lo fanno?
– Gli dico che sono uscito per bere un caffè
– I bar sono chiusi
– Comprare le sigarette!
– Alle 4 del mattino!?
– Tabagismo batte quarantena!
– Quelli ti arrestano.
– No, non mi arrestano
– Come fai a saperlo?
– Ho l’aria di uno che ha bisogno di una sigaretta
– Ah.
– Visto?! inattaccabile.
– Quindi hai deciso, esci.
– Sì, così almeno non guardo più Facebook.
– Facebook?
– Sì, Facebook.
– Facebook…
– Eh
– Cioè, tu rischi l’arresto per non controllare più Facebook.
– Esatto
– Non basta non aprirlo?
– Ma poi non so come sta la gente
– Ah.
– Mi hanno appena aggiunto a tre gruppi: “Viva il contagio”, “siamo tutti in zona Rossa”, “Elettra Lamborghini una di noi”
– Eh, effetti della quarantena
– …eh sì.
– Ma cosa c’entra Elettra Lamborghini?
– Non lo so, mi hanno aggiunto.
– E tu hai accettato?
– Certo, cosa fai rifiuti? Sarebbe scortese
– Ovvio
– Cosa penserebbe Elettra?
– Capisco
– Come guarderesti in faccia quello che ti ha aggiunto?
– No, ha senso. Chi è?
– Non lo so, qualcuno.
– Ah.
– Dovresti vedere i post
– No grazie.
– No, ma serio
– Serio, no grazie.
– Se vuoi ti invito
– Ti ho detto di no, grazie.
– Ti ho invitato.
– Ho visto.
– Sarebbe scortese rifiutare.
– Ti odio. Non dovevi uscire?
– Sì, ma questa cosa di Facebook. Hai visto i post?
– No, non li ho visti.
– Guardali
– No, grazie.
– E dai, almeno mi tieni compagnia.
– Giulio…
– Dimmi Carlo…
– Sono le quattro del mattino… e siamo su skype.
– …e quindi?
– Quindi torna a dormire.
– Ma perché stiamo su Skype?
– Ricordi, la quarantena?
– Ma abitiamo insieme!
– Fa niente, tu stai in camera tua, io nella mia. Distanti.
– Ma hai visto i post?
– Non mi interessano i post, ci vado poco su Facebook.
– Fai male.
– Fidati, no.
– E come ti tieni informato?
– Sei serio, Giulio?
– Sì, cioè…
– Ecco, mettiti a dormire e la chiudiamo qui.
– Facciamo così, tu guardi un video, uno solo, sui social. E poi io mi metto a dormire
– E rinunci anche a uscire?
– Sì, rinuncio. Sto sul balcone al massimo. E canto l’Italiano di Toto Cutugno
– Ma quello non era settimana scorsa?
– No settimana scorsa era Azzurro, di Celentano
– Ah
– Dai, un video solo.
– Ok. Sull’emergenza del contagio?
– Naaaa
– Sulla quarantena?
– Naaaa, non essere sciocco.
– Sulla gente che esce per dire a quelli fuori che devono stare a casa?
– Ma dai, quella è roba vecchia.
– Ah
– Devi guardare il video di Elettra Lamborghini che twerka
– Elettra Lamborghini che twerka?
– Sì, sul palco dell’Ariston.
– Sul palco dell’Ariston!?
– Eh, durante Sanremo.
– DURANTE SANREMO?!
– Scusa Carlo, ma dove sei stato negli ultimi mesi?
– Sono stato… occupato.
– Occupato?
– Occupato Cristo, sì. Cazzo è un interrogatorio?!
– No, scusa Carlo, solo che…
– Questo video? Dove lo trovo?
– Nel gruppo Elettra Lamborghini una di noi
– Va bene. Un solo video. Una sola visualizzazione.
– Andata
– E poi vai a dormire e smetti di dire cazzate.
– Va bene.

Stacco

– Era Giulio.
– Eh?
– Eh, secondo te?
– Stai tranquillo, Carlo.
– No, non sto tranquillo. E se lo scopre?
– Come fa a scoprirlo? è chiuso in casa!
– Voleva venire qui
– Ma non viene, no?
– No… ma metti che cambia idea
– Non cambia idea
– Come fai ad esserne sicura?
– Lo conosco
– Sì, ma…
– Fidati
– Io mi fido, però…
– L’ho invitato su un gruppo
– Su un gruppo?
– Sì, un gruppo su Facebook
– Quale gruppo?
– Elettra Lamborghini una di noi
– Ah
– Cosa c’è?
– No, niente. Mi sembra solo un filo esagerato
– Esagerato?
– Sì, cioè… sai com’è Giulio coi gruppi Facebook…
– Ci stai ripensando, Carlo?
– No, figurati. Solo che…
– Solo che?
– Giulio è mio amico
– Non mi sembra che fino ad ora la cosa ti abbia preoccupato
– Sì, ma ora è diverso
– Diverso?
– Sì, diverso, con la quarantena.
– Carlo, sono 3 mesi che andiamo avanti così.
– …e?
– E ora ti preoccupi della quarantena?
– Sì, cioè no.
– …è che mi dispiace.
– Ti dispiace?
– Questa storia dei gruppi, sai com’è lui
– Stai tranquillo, e baciami.

Stacco

– Porca Troia.
– Che succede?
– Ho fatto la cazzata
– Che hai combinato?
– È complicato.
– Parti dall’inizio
– Non posso. Sono fuori
– Sul balcone?
– No no, fuori proprio.
– Giulio… mi stai prendendo per il culo?
– No, so che sembra strano ma…
– Ma un cazzo…
– Sì ma non capisci
– Non me ne sbatte un cazzo di capire. Torna a casa
– Hai presente il video?
– Quale video?
– Quello di Elettra Lamborghini
– Eh.
– Eh, l’ho visto un centinaio di volte.
– E quindi?
– Quindi ho iniziato a canticchiare la sua canzone
– Quella “Musica… na na na na na”?
– Sì, quella
– Eh.
– Eh, poi ho visto un secondo video.
– No.
– Sì.
– No, cazzo, lo sapevo.
– Cosa?
– No, niente. E?
– E poi un terzo, quarto…
– …il punto?
– La amo!
– La ami?
– Sì, la amo.
– Ah, bene.
– No, non bene.
– Non bene?
– No, ero venuto per dirtelo!
– Eh?
– Non ci sei.
– Non ci sono?
– No, dove sei?
– È complicato.
– Carlo, dove sei?
– Non posso dirtelo.
– Perchè?
– Non vuole.
– Chi?
– Nessuno.
– Carlo,
– Giulio,
– Non ti sarai mica messo con la mia ex, vero?
– Emh…
– Carlo, cazzo. Lo sai quanto ci sono stato male.
– Aspetta un attimo…
– No, da te non me lo sarei mai aspettato.
– Giulio…
– Guarda, avrei preferito mi dicessi ti fossi fatto mia sorella.
– Davvero?
– Cosa?
– Preferiresti che mi facessi tua sorella?
– Beh sì
– Ah.
– Cosa?
– No, niente. Senti…
– Dimmi
– Hai visto il nuovo gruppo facebook “Balconi Tour 2020”?

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18 Febbraio 2020

| by M.

Ehy Frank!

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–  Ehi Frank!
–  Dimmi
–  Sei sveglio, Frank?
–  …se ti ho risposto.
–  Ah, giusto, giusto. Senti Frank, volevo chiederti una cosa.
–  Dimmi.
–  Frank, ma non senti puzza di piscio?
–  C’è sempre puzza di piscio, qui.
–  Ah, giusto, giusto Frank.
–  Sai che non c’è bisogno che ripeti il mio nome ogni volta, sì?
–  Hai ragione, Frank. Solo che…
–  Mi hai svegliato alle 3 del mattino per chiedermi se c’era puzza di piscio?
–  No, Frank. Ah, scusa Fra… no. Volevo chiederti una cosa… ma come fai a sapere che sono le tre del mattino, Frank?
–  Lo sento.
–  Lo senti, Frank?
–  Cazzo piantala.
–  Scusa Fr… lo senti?
–  Sì lo sento.
–  E lo senti sempre? Che ore sono, dico.
–  No, solo quando mi sveglio in piena notte.
–  Ah… ma mi hai detto che eri sveglio.
–  Lascia perdere.
–  Ok.
–  Che cazzo vuoi?
–  Volevo chiederti una cosa. E non c’entra con la puzza di piscio. Però la senti, vero?
–  Come sempre.
–  Bene.
–  Bene. Quindi?
–  …oggi è il mio compleanno. Volevo chiederti un regalo.
–  Un regalo? Siamo chiusi in questo buco di culo.
–  E allora?
–  Allora niente. Che regalo?
–  Vorrei… un letto con delle sponde in ferro, Frank.
–  Un letto con delle sponde in ferro?!
–  Un letto con delle sponde in ferro.
–  Un letto con delle sponde in ferro, bene. E cosa te ne fai? Quello che hai adesso non ti va bene?
–  No.
–  Capisco. Perché?
–  Perché mi sveglio triste, Frank.
–  Cazzo piantala! Vedi qualcun altro qui? Non serve che ripeti il mio nome, so come mi chiamo.
–  Ah giusto, giusto Frank. È che mi dà sicurezza… Frank.
–  Ti svegli triste… e vuoi un letto con delle sponde in ferro.
–  Sì.
–  E come sono collegate le due cose, se posso chiedere.
–  È per via dei sogni…. Frank.
–  Sogni?
–  Sì, Frank.
–  Cazzo c’entrano i sogni?
–  Non riesco a trattenerli. Mi sveglio alla mattina che non me li ricordo più.
–  È normale.
–  No, non è sempre stato così. Una volta era diverso, dovresti saperlo.
–  E il letto cosa c’entra?
–  Le sponde.
–  Le sponde?
–  Sì, le sponde. Le sponde potrebbero aiutarmi a non farli cadere dal lenzuolo.
–  Sei serio?
–  Sì, Frank. Mi mancano i miei sogni.
–  Capisco. E le sponde ti aiuterebbero.
–  Sì, Frank. Con questa puzza di piscio i sogni scappano. E al mattino non ci sono più. Con le sponde in ferro mi rimarrebbero addosso, capisci Frank?
–  In ferro?
–  In ferro, sì.
–  In plastica non vanno bene?
–  No, in plastica no.
–  E perché?
–  Perché no. Sai… il pianeta, l’inquinamento.
–  Senti…
–  Sì, Frank?
–  Vaffanculo.
–  Sono serio, Frank. È troppo tempo che non riesco a fermare i miei sogni, mi mancano.
–  Sai, hai ragione.
–  Grazie, Frank.
–  Ma smettila di chiamarmi per nome.
–  Ah giusto, giusto, Frank… cioè, no Frank…
–  …ma dove cazzo lo vado a trovare un letto con le sponde di ferro?
–  Non lo so Frank. Mica te lo chiedevo se no.
–  Ah giusto.
–  Giusto, Frank.
–  …comunque ho una cosa per te.
–  Davvero?!
–  Davvero.
–  Un letto con le sponde in ferro?
–  No, non è un letto con le sponde in ferro.
–  Ah. Cos’è?
–  Guardalo
–  Un cuscino?
–  Non è cuscino.
–  A me sembra proprio un cuscino.
–  Fidati, non è un cuscino. Sembra, ma è diverso.
–  E che cos’è?
–  Una maschera.
–  Una maschera?
–  Una maschera, sì.
–  E cosa me ne faccio di una maschera, Frank?
–  La indossi, come tutte le maschere.
–  E la puzza di piscio sparisce?
–  No, non sparisce.
–  Serve a ritrovare i sogni?
–  Forse, quello dipende da te.
–  E cosa me ne faccio allora di una maschera?
–  La indossi, così puoi essere te stesso.
–  Essere me stesso?
–  Sì.
–  E in che modo?
–  Lo capirai.
–  Davvero?
–  Davvero.
–  Ah giusto,
–  Giusto.
–  Frank
–  Dimmi.
–  Ma davvero quando ti svegli senti che ore sono?
–  No… ho tirato ad indovinare.
–  E la maschera?
–  Cosa?
–  Posso tenerla?
–  È un regalo, devi tenerla. Giusto?
–  Giusto.
–  E se la indosso posso essere me stesso…
–  Esat… giusto.
–  Giusto, Frank. E ritrovo i miei sogni?
–  Forse.
–  Come si mette?
–  Come tutte le maschere. Ci appoggi la faccia dentro e tieni premuto per non farla cadere… ecco.
–  Così?
–  Così.
–  E ora?
–  Ora dormi.
–  E le sponde in ferro?
–  Fidati, non è importante.
–  Dici?
–  Ne sono certo.
–  Che ore sono?
–  Non lo so, non importa. Dormi.
–  E la puzza di piscio?
–  Passerà anche quella.
–  Con la maschera?
–  Più o meno.
–  E i sogni?
–  Arriveranno.
–  Arriveranno?
–  Arriveranno.
–  Grazie Frank.
–  Di nulla, Frank.

© Mattia Placanica Life Portraits - PI 06199810968

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